Roberto Bracco

10 pannelli e 16 fotografie che illustrano alcuni momenti della vita del drammaturgo napoletano

La Mostra, attraverso documenti, foto e corrispondenza varia, rievoca alcuni momenti della lunga vita di Roberto Bracco (1861-1943), giornalista, commediografo, drammaturgo, segnata, purtroppo, negli ultimi venti anni da una sorta di oblio, decretato dal fascismo. In breve tempo Bracco era divenuto il più apprezzato commediografo italiano, sia in Italia che all’estero; le sue opere furono rappresentate da Eleonora Duse e dalle sorelle Gramatica.

La sua voce fu offuscata solo dal regime fascista,  in quanto Bracco era stato eletto nella lista di Giovanni Amendola nel 1924. Divenuto deputato dell’opposizione, i suoi lavori furono eliminati da ogni cartellone, e gli fu negato anche il Premio Nobel al quale era già candidato.

La Mostra, tratta dall’archivio Bracco-Del Vecchio, donato all’ICSR dalla nipote Aurelia del Vecchio, riporta lettere di Emma Gramatica, di Matilde Serao, di E.A. Mario, di Peppino De Filippo, di Maria Melato.

È riprodotta la Déclaration de l’Indipendence de l’Esprit, un manifesto pacifista redatto dal francese Roman Rolland, al quale avevano aderito i più grandi uomini della cultura europea, tra cui lo stesso Bracco.

Significativa è anche una lettera anonima firmata “37 fascisti”, allorché Bracco fu eletto deputato nella lista amendoliana. Gli ultimi suoi anni furono segnati dall’amarezza e dalla sofferenza per il silenzio e la solitudine a cui il fascismo lo aveva relegato e perché gli aveva tolto arbitrariamente la facoltà di potersi esprimere attraverso il teatro. La Mostra è arricchita dall’esposizione di oggetti appartenuti alla casa Bracco.

Guarda la mostra fotografica:

La Mostra realizzata dall’ICSR nel 2008 è stata curata da Giulia Buffardi e Francesco Soverina.